La Storia della Nostra Città....Catanzaro...
Catanzaro è una bellissima città ricca di storia e di monumenti. La sua fondazione risale al perido medievale, intorno al XI secolo d.C., sebbene in tutta l'area vi siano innumerevoli testimonianze della presenza dell'uomo a partire dall'epoca preistorica per poi andare al periodo greco,bruzio e romano.
Dopo la caduta dell'Impero Romano,la Calabria e gran parte dell'Italia Meridionale passarono ai Bizantini.
In quel periodo erano frequenti le incursioni dei temuti pirati saraceni,convertiti alla nuova religione islamica,che saccheggiavano e terrorizzavano le popolazioni calabresi che vivevano prevalentemente sulle coste. Per tale ragione,la maggior parte degli abitanti fù via via costretta a ritirarsi sui colli e sui monti dell'interno e tale sorte con molta probabilità toccò anche ai residenti dell'antica città di Scolacium. Costoro, per trovare rifugio e sfuggire ai Saraceni,scelsero tre inaccessibili colli che dominavano due profonde vallate persorse da due torrenti,il Musofalo e la Fiumarella, e lassù fondarono una nuova città alla quale diedero il nome di Catanzaro. L'origine di tale nome è tuttora incerta,poichè varie sono le ipotesi in essere; secondo la leggenda,Catanzaro potrebbe derivare dal nome di due condottieri bizantini, Cattaro e Zaro,che guidarono il popolo di Scolacium verso la nuova patria; molti storici invece, pensano che il nome derivi da alcune parole greche che significano " la città sopra il Fiume Zaro",antico nome della Fiumarella,mentre altri prendono in considerazione vari vocaboli di origine greca o araba.
Intorno alla metà dell'XI Secolo la dominazione bizantina terminò in quanto il territorio venne conquistato dai Normanni,fieri ed abili guerrieri comandati dall'astuto Roberto il Guiscardo. Costui, avendo conquistato,sia pure con molta fatica, anche Catanzaro, si rese conto delle felice posizione della città,posta com'era su colli molto impervi,per giunta nel punto più stretto d'Italia, e perciò molto difficile da attaccare da parte degli eserciti nemici. Decise perciò di fortificarla ancora di più e vi fece costruire un grandissimo e imprendibile Castello ( all'incirca verso l'anno 1060). In quel periodo il sistema di governo, era il Feudalesimo, in virtù del quale lo Stato era diviso in tanti piccoli territori, chiamati Feudi, amministrati per conto dell'Imperatore da un nobile che era detto "Feudatario". Cosicchè Catanzaro divenne la "Capitale" di un potente feudo che cominciò ad assumere una notevole importanza economica perchè, nel frattempo,era stato avviato l'allevamento dei Bachi da Seta che consentiva la produzione di tessuti, di alta qualità che venivano esportati,garantendo agli abitanti l'accumulo di notevoli ricchezze.
Per circa quattro secoli, fino alla metà del 1400, la città fù quindi retta da un signore che risiedeva nel castello, fino a quando il popolo,desideroso di libertà e stanco dei soprusi perpetrati dai feudatari, si ribellò e diede inizio ad una feroce lotta contro l'ultimo Conte, Antonio Centelles.
Costui, che i cronisti dell'epoca descrivono come un astuto ed ambizioso uomo politico, ma sopratutto come un traditore e un tiranno,nel corso della sanguinosa contesa, si macchiò di atroci delitti,come l'uccisione di 15 innocenti fanciulli, impiccati sulla spianata del Castello, o l'incendio del quartiere detto "Borgo Paradiso",ma alla fine i Catanzaresi riuscirono a scacciare il tiranno e ad ottenere dal Re di Napoli la "Demanialità" , cioè l'autonomia, e poterono così amministrarsi da soli. Furono cosi' approvati, nel 1466, i famosi "Statuti",in base ai quali la città era governata da due Sindaci e da 40 Consiglieri, dei quali ben 30 dovevano appartenere al ceto popolare.
Alle elezioni, che avvenivano ogni anno il 15 Agosto, potevano partecipare tutti i Cittadini Catanzaresi di sesso maschile,cosa che denota,tenendo conto dell'epoca in cui si parla, un grandissimo livello di democrazia e di civiltà. Dopo un periodo di relativa pace e di benessere economico legato al commercio della seta, Catanzaro venne nuovamnete chiamata a dimostrare il suo valore morale e militare;
siamo nel 1528, ed il Re di Napoli, che nel frattempo era passato sotto il dominio degli Spagnoli guidati dal Grande Imperatore CarloV, è minacciato dall'invasione dei Francesi.
Quasi tutte le città si erano arrese ai nemici, ad eccezione di Catanzaro, che, aiutata dalle milizie di dieci nobili signori accorsi in sua difesa sotto il comando del Vicerè Don Pedro d'Alarcon de Mendoza, resistette ad un lungo assedio,e infine, battè i Francesi al termine di un'epica battaglia, costringendoli alla fuga e liberando il regno di Carlo V.
L'Imperatore, in segno di grande riconoscenza, concesse alla città numerosi privilegi, come l'appelativo di "Magnifica et Fidelissima" ed il motto "Sanguinis Effusione", la facoltà di inserire nello stemma cittadino l'Aquila Imperiale che campeggiava nello stemma imperiale e l'esenzione da tutte le tasse che riguardavano il commercio della seta.
Tale ultimo privilegio consentì alla città di prosperare economicamente ancora per circa due secoli, fino a quando una sfortunata serie di carestie, pestilenze e terremoti, nonchè il crollo della domanda della seta,provocato dall'introduzione del cotone, determinarono una grave crisi economica.
Ma anche in quel triste periodo Catanzaro di distinse per il suo altissimo senso di libertà e democrazia:
infatti, moltissimi suoi cittadini parteciparono (e molti di essi trovarono la morte) alla Rivoluzione Partenopea del 1799 ( che seguì di poco la più famosa Rivoluzione Francese) ed ai Moti Risorgimentali per l'Unità d'Italia, tanto che anche il grande Giuseppe Garibaldi, amava spesso intrattenersi con i suoi figli nella nostra città.
Nell'ultimo secolo Catanzaro, si è notevolmente ampliata dal punto di vista urbanistico,espandendosi dall'antico centro storico verso le periferie, divenendo nel 1971 Capoluogo della Regione Calabria e rappresentando oggigiorno un moderno centro politico, amministrativo e culturale, peraltro non privo di tutte le problematiche economiche e sociali che sono comuni oramai dappertutto nella nostra odierna società.